Giovedì, 12 Marzo 2020 22:26

Lettera del DS a tutto il personale

Scritto da 

Volla, 11.03.2020

A tutto il personale

L’emergenza sanitaria da coronavirus ha determinato la sospensione delle attività didattiche fino al 3 aprile, incutendo in tutti noi la paura e l’angoscia dell’ignoto perché non sappiamo cosa succederà dopo!

Siamo tutti consapevoli e preoccupati per la grave situazione in cui versa il nostro Paese e che dobbiamo affrontare, con senso civico, prudenza e ragionevolezza. Dobbiamo reagire con calma e solidarietà.

In questo momento di profonda riflessione dedico il mio pensiero a tutti voi e, mentre penso, spero che qualche soluzione si trovi al più presto per sentirci finalmente liberi e ritrovarci! Per fortuna, rispetto ad altri Paesi e ad altri tempi, abbiamo strumenti sicuramente migliori per uscirne, se collaboriamo e tuteliamo la nostra salute e quella degli altri, mostrando riconoscenza alle persone che rischiano di più: medici, infermieri e volontari che, con abnegazione, lavorano giorno e notte, instancabilmente per ridarci la serenità!

Cerchiamo di non perdere di vista ciò che davvero conta! E’ già sufficientemente penoso lo sciacallaggio della politica meschina e della comunicazione distorta che ci portano ad essere preda della paura irrazionale.

Siamo rispettosi delle regole che ci vengono imposte per il bene di tutti!

Da più voci si sente dire che per sconfiggere il coronavirus, c’è una sola strada da percorrere: “Fare come ha fatto la Cina” e tale modello è evocato anche dalla più prestigiosa delle riviste scientifiche mondiali: “The lancet”.

Ma, fare come la Cina, in assenza di un popolo cinese potrebbe essere un’impresa fuori della nostra portata perché noi occidentali siamo diversi dai Cinesi: il loro modo di pensare, di percepirsi nel mondo, di considerare il rapporto che li lega alle autorità non è il nostro!

Noi siamo figli di una filosofia che ha fatto maturare in noi una forte dimensione individuale. I Cinesi, invece, hanno alle spalle duemila e quattrocento anni di confucianesimo, pertanto, hanno un’altra concezione di popolo e un rapporto del tutto diverso con le autorità.

 “I Cinesi percepiscono l’individuo come parte del tutto. Dalla comunità discende l’esistenza anche del singolo. Al contrario, noi consideriamo il tutto come somma di ogni singola parte. Il singolo, visto come l’insieme delle nostre individualità, costituisce la nostra idea di popolo!” (cfr. prof. F. Mignini).

Così, quando il 23 gennaio il governo cinese ha deciso di chiudere la città di Wuhan, le persone non si sono accalcate nelle stazioni dei treni per lasciare la città, così come è avvenuto in Italia.

Non serve, in questo momento, pensare alle ideologie!

Ciò che dobbiamo fare è fermarci per chiederci, così come siamo, dove stiamo andando perché nessuno di noi, prima di adesso, si è accorto di andare alla deriva!

Fermiamoci! Prendiamo aria per respirare, così come facciamo dopo una lunga corsa! Riflettiamo su ciò che sta accadendo e facciamo qualcosa che tocchi le corde del nostro cuore per dare una svolta alla nostra vita.

Quante volte abbiamo sentito dire che la vita è un dono prezioso, meraviglioso e con essa i fiori, l'amore, il soffio del vento, il diventare padre o madre, il provare emozioni….

La vita….

I filosofi ne hanno indagato i segreti, i religiosi l’hanno accolta come un dono divino, la scienza la ama e la studia, l’arte tenta di rappresentarla, gli asceti la vivono, tenendo l’occhio fisso verso il cielo, come se la vita e il cielo fossero parti di una realtà molto più grande.

Il cittadino la vede, la sente, la osserva, ne prende coscienza, in molti casi la vive senza coinvolgimenti di natura mistica o religiosa. Si lascia condurre da quel filo magnetico che attrae e respinge, tenta di darle un senso, un volto, una finalità, una proprietà, in molti casi senza farsene una ragione.

Tuttavia, vive la vita.

Viverla è già un primo passo verso la felicità, ma se si riuscisse a riconoscere alla vita il diritto che merita, allora essa diventerebbe la chiave positiva della nostra esistenza.

Oggi, il mondo non rispetta la vita, non l’ama e non l’apprezza come dovrebbe, anzi, in molti casi, la cancella e la uccide, come se si trattasse di un nemico terribile.

Assistiamo, con glaciale indifferenza, ad uno svuotamento totale dei valori, alla caduta a picco di verità che sono state il nostro sostegno, gli strumenti della nostra passeggiata terrestre!

La vediamo messa al bando, oltraggiata, emarginata, recisa, violentata, comprata e venduta, a dimostrazione che il cammino umano dell’autocoscienza è ancora molto lungo e irto di difficoltà. E, in maniera assurda, ciclicamente, l’uomo perde di vista la misura e il limite e dà libero sfogo alla natura bestiale che è in lui. Non riesce ad apprezzare la vita, non vuole, chissà perché!

Eppure la vita è un richiamo irresistibile di stupori e meraviglie, è l’unico punto fermo di un cammino fatto di corse, di curve e controcurve, di salite mozzafiato e di discese a rotta di collo e ci offre diversi modi, angoli, punti di avvistamento, luoghi per poterla incontrare e stabilire con essa una relazione forte e profonda.

Invece, dimentichiamo che l’unico valore che conta sul serio è quella della vita umana, quella che ci viene ricordata dai terremoti, dalle guerre, dalle malattie, dalle morti violente, ogni volta che ci troviamo di fronte alla superficialità degli esseri umani, più preoccupati di badare a se stessi e ai propri interessi personali, invece, di guardare fino in fondo, dove il cuore batte con generosa animosità. Ci fermiamo sempre un attimo prima e non abbiamo più la forza, il coraggio di indagare nella realtà che ci richiama ogni giorno a essere coerenti, solidali, uniti, capaci di stabilire relazioni pulite con il mondo che ci sta intorno.

A cosa serve aver girato il mondo, in lungo e in largo, alla ricerca di risposte, se poi quando viviamo la quotidianità non sappiamo ripulire il nostro animo dalle impurità che lo perseguitano e metterci a completa disposizione della vita affettiva e quella di relazione!

A cosa serve avere a disposizione soldi, case, ville, palazzi, ori, investimenti finanziari, se poi chiudiamo la porta a chi ci chiede un po’ di amore e di solidarietà!

Viviamo voltando le spalle. Viviamo isolati, stanchi, arrabbiati, convinti di poter fare e disfare a nostro piacimento. Viviamo, pensando che la vita si misuri sulla base del potere e del successo, selezionando gli esseri umani: quello sì, l’altro no, con indifferenza e freddezza!

La vita è un dono meraviglioso e appartiene a tutti e l’amore non vive di scansioni temporali, ma bisogna coglierlo all’istante, senza perdere un attimo di tempo. 

Oggi, l’uomo non apprezza questo dono e non sa vivere!

Fermiamoci!

Questo virus, così come dice R. Morelli, è un dono della terra perché ha fermato il mondo, ci ha costretti a guardarci dentro e intorno!

E’ il virus della meditazione perché ci ha dato l’occasione per apprezzare le piccole cose, quelle intrise di genuinità!

Fermiamoci e impariamo a vivere, senza farci sfuggire niente, riempendo i nostri giorni, le nostre azioni di senso e di significato insieme ai nostri cari, ai figli, agli amici agli anziani, ai deboli, agli esposti!

E’ nostro dovere fermarci per imparare a vivere e cambiare. I nostri alunni hanno il diritto che ci siano persone che insegnino loro a “saper vivere”, con i fatti e non con le parole! 

 

Il Dirigente Scolastico

Prof. ssa Sofia Montano